Suicidi e omicidi acrobatici

regia: Claudio Calafiore

In scena

  • Ardi
  • Vincenzo Barbieri
  • Aberto Fidani
  • Giulia Gattuso
  • Esther Kounougnan
  • Clod Onesti
  • Francesco Sani
  • Giuseppe Savastano
  • Cecilia Vecchi

Info

Nel 1909 Filippo Tommaso Marinetti scrisse sulle pagine di “Poesia” :

La donna è mobile
mio dramma in tre atti
fu clamorosamente fischiato dal pubblico del teatro Alfieri di Torino
al quale, dalla ribalta, risposi con queste parole:
Ringrazio gli organizzatori di questa fischiata
che mi onora profondamente.
Parole di legittimo disprezzo, che confermo con piacere
dopo aver letto
ben 468 articoli di commento e di critica al mio gesto
Invito
I fischiatori di Torino al Théâtre de L’Oeuvre di Parigi
per la imminente rappresentazione del mio
Roi Bombance

 

Questa dichiarazione è lo spirito del Teatro Futurista i cui creatori professavano i seguenti dieci comandamenti:

Disprezzo del pubblico, orrore del successo immediato, assoluta originalità, derisione delle ricostruzioni storiche, sintesi della vita, voluttà di essere fischiati, esaltazione della velocità, disubbidire a tutte le convenzioni, abolizione del teatro come prodotto industriale, schifo per un teatro sottoposto al mercato del divertimento.

Il nuovo teatro doveva essere sintetico, atecnico, dinamico, simultaneo, autonomo, alogico, irreale, assolutamente opposto al teatro passatista ammuffito come una vecchia casa disabitata; doveva essere in sintonia con la velocità feroce, travolgente e sintetizzante della guerra.

Questa la teoria. A cento anni di distanza ripercorrere le orme del teatro futurista significa rendersi conto, al di là delle dichiarazioni roboanti, del febbrile desiderio di provocazione e rinnovamento di una generazione che usciva dal perbenismo ottocentesco e che si schiantò contro gli orrori della guerra. E significa anche prendere atto del fatto che (e non crediamo che i futuristi avrebbero apprezzato) tutto il teatro comico, grottesco, cabarettistico e sperimentale contemporaneo nasce da lì.

Dai agli uomini il tempo necessario e anche le più grandi rivoluzioni diventano mercato. Triste, no?

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