Sinossi

Nel 1993 John Frazee inventa “il paradosso del gatto imburrato”: prendiamo un gatto, e leghiamo una fetta di pane sul suo dorso. Ora lasciamo cadere il gatto. Indovinate cosa succede. Mentre la bestia tenderà ad atterrare sulle zampe, la fetta di pane imburrata tenderà a cadere dalla parte del burro. A questo punto si creerebbe un moto di caduta perpetuo, per cui sia il gatto, sia la fetta di
pane, continuerebbero a ruotare all’infinito, senza mai toccare terra.
Paradosso del gatto imburrato è un monologo sull’orlo costante della caduta, è un inno alla bruttezza e al fallimento, è la violenza dello sguardo nella vita degli altri.

Lo spettacolo richiama la forma della stand-up comedy: l’attrice, sola in scena, narra i tragicomici eventi della (propria?) vita, chiamando in causa il pubblico, ma senza lasciare ad esso spazio di risposta, in un dialogo ad una sola voce. La trama procede a singhiozzi, tra disperate dichiarazioni d’amore, un inverosimile dialogo tra polpacci, il racconto delle ossessioni d’infanzia, bizzarri
capitomboli e tentativi di rialzarsi. La struttura non è lineare ma si sviluppa secondo un andamento onirico, dove una bolla dopo l’altra vediamo ritornare, a volte trasfigurati, diversi elementi, che ci accompagnano nella narrazione. E la protagonista cade inesorabilmente, di volta in volta, in tutte queste bolle.
Ma quanti modi ci sono per cadere? Quanti tentativi per rialzarsi? Come si relaziona lo sguardo a queste cadute? Perché siamo tanto attratti dallo spazio intimo di donne e uomini che non conosciamo? Forse perché nel vedere qualcun altro che cade ci sentiamo rassicurati dall’idea che, dopotutto, noi siamo ancora in piedi.

  • 23 maggio 2021 | ore 21.00
    Durata: 50 minuti

    Dove: Cortile Teatro Tempio
    Modena, V.le Caduti in Guerra 192

  • Ingresso: € 12.00
    (riservato ai soci – il costo della tessera è compreso nel biglietto)

    Prenotazione obbligatoria

Di e con Marica Nicolai

Regia: Marica Nicolai e Nicoletta Nobile

Consulenza drammaturgica: Sonia Soro

Disegno luci: Federico Calzini

Foto di scena: Rocco Ancarola