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L’ispirazione è uno strano processo. Solitamente germoglia da qualcosa che hai visto, letto, osservato, ascoltato: stracci di memoria non sempre coscienti che si coagulano in un prodotto, a volte artistico, che spesso non ha nulla a che fare col punto di partenza. Cosa ha ispirato Blu? un antico film di Joseph Losey – Il Ragazzo dai Capelli Verdi. Visto in televisione da bambino, della sua trama è rimasto molto poco, se non stracci sfilacciati di memoria, appunto; e la sensazione straniante di guardare questo ragazzino che si muoveva nella storia e che avrebbe dovuto avere i capelli verdi, ma, essendo allora la TV ancora in bianco e nero, te li dovevi immaginare. Blu è una commedia: divertente, ironica, esilarante e piena di ritmo che si muove però su un fondo di totale amarezza. Ed è una favola moderna. Favola perchè prende le mosse da un presupposto improbabile: che un uomo del nostro tempo e del nostro paese, un uomo qualunque, coi pregi, i difetti e la quotidianità di un uomo qualunque, un giorno si svegli e scopra di essere diventato blu, completamente blu. In realtà l’essere diventato blu non cambia più di tanto il protagonista, ma cambia il mondo intorno a lui. La sua improvvisa alienità, come fin troppo frequentemente accade, smuove il peggio di coloro che lo circondano: l’intolleranza, il razzismo latente, il bisogno di prevaricazione, la paura del diverso… Questo cambiamento di ciò che lo circonda cambia lui distruggendo la sua quotidianità, le sue certezze, i suoi valori; sino al giorno in cui…